L’esposizione ad anestesia ed interventi chirurgici prima dei 4 anni è associata ad una lieve differenza nella performance cognitiva ed accademica degli adolescenti a livello della popolazione. Secondo Pia Glatz del Karolinska Institutet di Stoccolma, autrice della revisione di più di 2 milioni di casi, questo incremento del rischio statisticamente significativo ma minimo, andrebbe interpretato alla luce dei possibili effetti negativi legati ad un’eventuale dilazione dell’intervento.
La possibilità di deficit neurocognitivi correlati all’esposizione precoce a farmaci anestetici è stata proposta sulla base dei dati relativi a modelli neonatali animali, ma gli studi sull’uomo effettuati sinora sono stati di dimensioni troppo ristrette per risultare concludenti a livello della popolazione. Nonostante il fatto che alcune osservazioni sperimentali abbiano suggerito un incremento della vulnerabilità agli effetti collaterali di anestesia o chirurgia nel periodo neonatale e prima dei 12 mesi di vita, il presente studio non ha rivelato alcuna riduzione della performance scolastica nei bambini sottoposti ad interventi prima di compiere un anno.
Per quanto il design dello studio non permetta di districare le influenze relative di anestesia, gestione peri-operatoria, sequele della chirurgia o sue cause di base, sono state comunque escluse dall’indagine le procedure associate a gravi comorbidità e successivi contatti con il sistema sanitario. Nonostante ciò, sono state riscontrate differenze fra i vari tipi d’intervento, il che potrebbe riflettere non soltanto associazioni fra patologia di base e funzionalità cognitiva futura, ma anche differenze nel tipo e nella durata dell’anestesia.
La minore performance scolastica osservata nei bambini sottoposti a chirurgia di orecchio, naso e gola fra i 37 ed i 48 mesi di vita, ad esempio, potrebbe essere dovuta all’interferenza di deficit uditivi o ritardo nello sviluppo del linguaggio. (JAMA Pediatr online 2016, pubblicato il 7/11)


